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Si è spento nella sua casa di Los Angeles il regista e critico cinematografico statunitense Peter Bogdanovich.
La notizia del decesso, avvenuta per cause naturali all'età di 82 anni, è stata confermata dalla figlia.
[Peter Bogdanovich in compagnia di Cybill Shepherd]
Se ne va così un campione della golden age hollywoodiana, autore di circa una ventina di pellicole di notevole importanza per il Cinema statunitense.
Nato a New York nel 1939 da genitori europei, sin da piccolo Bogdanovich manifestò il suo interesse per la Settima Arte e il Teatro; in quest'ultimo campo esordì come regista appena diciannovenne.
Contestualmente iniziò a dedicarsi anche alla critica cinematografica, scrivendo recensioni e monografie su registi del calibro di John Ford, Howard Hawks e Orson Welles.
Con quest'ultimo è da ricordare anche il famoso libro-intervista che Peter Bogdanovich riuscì a realizzare nel corso di anni e che nel tempo ha raggiunto l'importanza del più famoso libro di François Truffaut con Alfred Hitchcock.
Trasferitosi negli anni '60 a Hollywood, diresse nel 1968 il suo primo film, intitolato Bersagli, col supporto di Roger Corman.
A questi anni risale anche la relazione sentimentale con l'attrice e modella Cybill Shepherd (protagonista femminile di Taxi Driver), da lui diretta in quattro film: fra di essi spicca L'ultimo spettacolo, malinconica metafora in bianco e nero su un tipo di Cinema ormai in via d'estinzione, uscito in sala nel 1971 e vincitore di due Oscar.
[Il trailer del film L'ultimo spettacolo]
Agli inizi degli anni '80, Bogdanovich si prese una pausa dalle scene per complicate vicende personali: innamoratosi della playmate Dorothy Stratten, conosciuta durante le riprese del film ...e tutti risero, il regista dovette affrontare la dolorosa perdita della donna, uccisa per gelosia dall'ex marito.
Tornato poi nel mondo dello spettacolo, negli ultimi decenni si dedicò anche alla televisione (comparendo ad esempio ne I Soprano) senza abbandonare completamente il Cinema.
Il cerchio della sua carriera si è idealmente chiuso nel 2019, quando ha contribuito a riportare sul grande schermo L'altra faccia del vento, film dell'amico Welles che ebbe una lunga e travagliata gestazione negli anni '70.
[Peter Bogdanovich parla della sua carriera in una conferenza del 2017]
Autore dotato di grande eleganza e ironia che sfociavano in uno stile registico sobrio, Bogdanovich ha saputo riflettere sugli Stati Uniti e il loro passato recente, mettendo in risalto anche la sua cinefilia e la passione per il Cinema classico hollywoodiano.
La notizia della sua scomparsa è certamente un duro colpo per tutti gli appassionati della Settima Arte.
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