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I Mitchell contro le macchine è il nuovissimo lungometraggio animato per la regia di Mike Rianda e co-diretto da Jeff Rowe, già noti per aver lavorato alla serie Disney Gravity Falls come sceneggiatori.
Le vicende narrano della giovanissima e creativa Katie Mitchell, una ragazza che riesce a entrare alla Scuola di Cinema dei suoi sogni e circondarsi finalmente di persone che possano capirla, a differenza della sua famiglia, lontana dal suo mondo; lontananza che percepisce particolarmente nei confronti di suo padre, Rick Mitchell, spesso infastidito e contrariato da qualsiasi tecnologia.
Per recuperare i rapporti prima della partenza di Katie, i Mitchell decidono di accompagnarla personalmente al campus compiendo lungo un viaggio in macchina, che verrà però bloccato da un’improvvisa rivolta di nuove e vecchie tecnologie.
[Il trailer italiano de I Mitchell contro le macchine]
I Mitchell contro le macchine è un’opera interessantissima sotto diversi punti di vista.
Il primo è sicuramente quello dell'animazione: non è la prima volta che vediamo la Sony Picture Animation alle prese con diverse sperimentazioni di stile e anche in questo caso lo studio californiano non delude, utilizzando diverse soluzioni - spesso vincenti - per rappresentare la vicenda.
I pensieri di Katie, ad esempio, si "materializzano" in continuazione fuori dalla sua mente come dei piccoli sketch in 2D, caratterizzando così in modo eccellente il personaggio attraverso l’animazione stessa.
I Mitchell contro le macchine I Mitchell contro le macchine I Mitchell contro le macchine
Un altro punto interessante - questa volta di scrittura - è quello relativo allo scontro con la tecnologia: essa può essere intesa come qualcosa di utile e nocivo allo stesso tempo.
Può creare opere fantasiose e matte, come i film di Katie, ma allo stesso tempo divenire un’ossessione e governare le nostre vite, facendoci perdere di vista l’importanza di ciò che ci circonda.
Questo aspetto del film è cruciale perché, seppur il ragionamento si sviluppi con una chiave comica e spensierata - raggiungendo anche momenti nonsense esilaranti - non è affatto scontato; nonostante il dominio quasi assoluto della tecnologia sul pianeta, I Mitchell contro le macchine non sbeffeggia o banalizza l'argomento dicendo che smartphone, computer etc siano il “male assoluto” che affligge nuove generazioni.
Al contrario, il film di Mike Rianda e Jeff Rowe ci dice come - potenzialmente - i nuovi strumenti tecnologici possano portare molti elementi positivi, utili a migliorare le nostre vite: sta a noi non abusarne e farne il giusto utilizzo.
Ultimo fattore di rilievo de I Mitchell contro le macchine - ma non meno importante - è quello relativo alla “disfunzionalità familiare".
Lo script gioca molto sul fatto che i suoi protagonisti non siano una "famiglia perfetta" e sottolinea come abbiano tutti differenti caratteristiche e modi di approcciarsi al mondo: Katie (Abbi Jacobson) è una creativa e risolve i problemi nei modi più assurdi; Rick (Danny McBride) cerca di fare le cose “alla vecchia maniera”, con cacciaviti e canne da pesca; Linda (Maya Rudolph), la madre, è sempre positiva, con chiunque; Aaron (Mike Rianda), il secondogenito dei coniugi Mitchell, sta ancora scoprendo la propria natura e alimenta la sua ossessione per i dinosauri in ogni modo possibile; infine Mochi, il cane, che beh… ha un faccino adorabilmente buffo.
La diversità di ciascuno è fondamentale e rappresenta la forza per risolvere ogni problema, che sia una piccola litigata di famiglia o il tentativo di dominazione del mondo da parte di robot, frigoriferi, tostapane e giocattoli vintage fuori di testa.
In conclusione, I Mitchell contro le macchine è un film che riesce a scardinare alcuni stereotipi familiari esausti, a divertire con trovate sempre fresche - a volte addirittura geniali - e a intrattenere con uno stile d'animazione piacevolmente innovativo.
Disponibile su Netflix dal 30 aprile.
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