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Senza dubbio Edward Norton è uno dei più grandi talenti degli ultimi venticinque anni.
Fu l'allievo più brillante di Terry Schreiber dove studiò il Metodo, e la sua carriera iniziò subito nel migliore dei modi.
Edward Norton debutta a Hollywood in Schegge di Paura, come co-protagonista accanto a Richard Gere: il ragazzo si mangia il film e cannibalizza l'attenzione, interpretando un doppio ruolo che gli vale subito un Golden Globe e le nomination agli Oscar, ai BAFTA e ai Saturn Award.
A quel punto risultò evidente che si trattasse di un talento particolare e la sua carriera decollò.
Dopo il primo film venne subito scritturato per Larry Flynt - Oltre lo scandalo per la regia di Miloš Forman e per Tutti dicono I Love You di Woody Allen, poco dopo è la volta de Il giocatore - Rounders di John Dahl, un ruolo da protagonista assoluto in American History X di Tony Kaye a cui segue a stretto giro quello in Fight Club per David Fincher.
Edward Norton debutta anche dietro la macchina da presa dirigendo a soli trent'anni se stesso e Ben Stiller in Tentazioni d'amore - nel cast anche nomi come Eli Wallach, Anne Bancroft e Miloš Forman - e poi entra nel cast di un film che presentava tre generazioni di mostri della recitazione: The Score, con la regia di Frank Oz, dove Norton affiancava Robert De Niro e Marlon Brando.
Tutto questo in meno di 5 anni.
Il caratteraccio di Edward Norton però non tardò a rivelarsi, rendendogli difficile il proseguimento di quella che sulla carta era destinata a essere una carriera stratosferica.
Ma bisogna fare un passo indietro.
Quando nel 1995 la Paramount lo coinvolse in Schegge di Paura gli fece firmare un contratto che prevedeva in tutto tre film.
Il successo di quell'interpretazione però lo rese immediatamente molto richiesto, e Norton iniziò a lavorare con altri studios.
Nel 1997 giunse a un accordo con Paramount, dove innanzitutto i due film mancanti divennero uno solo, ma soprattutto dove veniva esplicitato che lo studio avrebbe avuto 18 mesi di tempo per proporre a Edward Norton un progetto che andasse bene a entrambi, e che in caso di diniego da parte dell'attore allora ci sarebbero stati 24 ulteriori mesi per Paramount per proporgli un altro ruolo.
Paramount usò questa opportunità per The Italian Job, ma Edward Norton rifiutò.
Lo studio minacciò di citarlo in giudizio e a quel punto l'attore accettò il ruolo per il film che uscì poi nel 2003: il suo avvocato spiegò che l'attore non aveva intenzione di sottrarsi agli impegni presi, ma solo che in quanto artista non voleva recitare in film che non sentisse particolarmente "suoi".
Edward Norton non ha più lavorato con Paramount da allora.
Durante le riprese di American History X, Norton e il regista Tony Kaye si scontrarono spesso sulle motivazioni e sui dialoghi dei personaggi, ma sembravano normali discussioni tra regista e protagonista.
Le cose precipitarono durante la fase di montaggio: Kaye lavorò con i montatori per avere un final cut del film di 95 minuti.
Quando Edward Norton lo vide pensò che il regista avesse tagliato troppo, rovinando secondo lui il film.
La New Line Cinema prese le parti dell'attore e gli diede il permesso di rimontare American History X: Edward Norton aggiunse mezz'ora alla versione di Kaye arrivando agli attuali 119 minuti, rimpinguando soprattutto il proprio personaggio.
Tony Kaye prese pubblicamente le distanze: richiese di rimuovere il suo nome dai titoli, andò in causa contro lo studio per 200 milioni di dollari, non volle più avere a che fare con Norton e una volta lo definì in un'intervista come "un dilettante narcisista che ha violentato il film".
Sul set di Eliminate Smoochy - film di Danny DeVito del 2002 con Norton, Robin Williams e lo stesso DeVito - Edward Norton fece invece impazzire il reparto costumi.
La costumista Jane Ruhm gli presentò un'ampia varietà di vestiti per il suo personaggio, un conduttore di spettacoli per bambini, per le scene in cui non era previsto che indossasse il costume da rinoceronte rosa.
Le scelte sartoriali della Ruhm si addicevano al personaggio definito in sceneggiatura come hippie, Norton accettò di vedere i costumi ma non scelse nulla.
Senza dire niente a nessuno però contattò direttamente la Armani per farsi disegnare e produrre un abito fatto di vera canapa.
Costrinse poi Jane Ruhm a gestire la situazione con Armani, occupandosi di tutte le pratiche burocratiche e dei contratti associati alla realizzazione di un abito del genere e al suo invio sul set, nonostante la costumista gli avesse chiesto più volte di lasciar perdere dato che la firma sui costumi del film l'avrebbe messa lei e il budget relativo a quella voce certo non prevedeva un abito confezionato su misura da Armani.
Intanto la fama di attore complicato iniziava già ad accompagnarlo, ma fu sui due film successivi che la Norton Madness si fece sentire di più.
Nel 2002 Edward Norton recitò in Frida, film biografico sulla leggendaria artista messicana Frida Kahlo interpretata dall'allora sua fidanzata Salma Hayek.
Norton interpretava Nelson Rockefeller, il miliardario che incaricò il marito di Frida, Diego Rivera, di dipingere un murale nel Rockefeller Center di New York.
Frida era un vero e proprio passion project per la Hayek: da anni cercava di realizzare il film e ovviamente voleva che ogni dettaglio fosse perfetto.
Una cosa però non la convinceva del tutto: la sceneggiatura.
L'attrice chiese quindi a Edward Norton di condurre ulteriori ricerche su Frida Kahlo e di utilizzare qualsiasi informazione trovasse per riscrivere la sceneggiatura di Frida.
Norton non se lo fece ripetere due volte e riscrisse il film.
Non essendo però membro della Writers Guild of America, nome con cui si indicano i sindacati degli sceneggiatori ai quali è obbligatorio essere iscritti per lavorare, gli venne negato il merito della scrittura del film e di conseguenza anche i credits.
L'attore si lamentò della cosa pubblicamente, dichiarando anche che non era stato pagato in quanto sceneggiatore nonostante il film l'avesse scritto lui, e si iscrisse alla WGA solo molti anni dopo.
Dopo Frida fu la volta di Red Dragon, sequel del premiatissimo Il Silenzio degli Innocenti, dove Edward Norton praticamente replicò l'errore.
Si presentò sul set con un plico di fogli dove aveva aggiunto delle scene e delle battute per il suo personaggio, ma a differenza che in Frida quella volta nessuno gli aveva chiesto nulla.
Norton insistette per far sì che regista e produzione prendessero in considerazione le sue nuove scene e le nuove linee di dialogo, ma dall'altra parte ovviamente nessuno era intenzionato a farlo e la cosa fece scoppiare un litigio che non si affievolì mai durante tutta la lavorazione del film.
Se la cosa vi sembra esagerata dovete pensare che - oltre al fatto che Red Dragon era scritto da Ted Tally, sceneggiatore Premio Oscar proprio per Il Silenzio degli Innocenti - le scene di un film devono essere pianificate attentamente.
Vanno studiate preventivamente anche dai vari reparti come fotografia, scenografia, audio, costumi, trucco, per non parlare di come gli attori debbano imparare le proprie battute ed esplorare i loro personaggi in anticipo.
Edward Norton apparentemente se ne fregò di tutto ciò ed esigeva che un intero set cinematografico seguisse i suoi capricci.
Dopo questi exploit che ci misero poco a girare per tutta Hollywood, Norton recitò nel già previsto La 25ª ora di Spike Lee, ad oggi uno dei suoi ruoli più amati, nel film 'obbligatorio' The Italian Job al quale seguì un piccolo cameo come spettatore NBA in After the Sunset e il ruolo da protagonista in Down in the Valley, film del 2005 dove l'attore... mise mano al montaggio sotto pseudonimo.
Norton recitò poi ne Le crociate - Kingdom of Heaven di Ridley Scott, Il velo dipinto di John Curran e in The Illusionist - L'illusionista di Neil Burger, film quest'ultimo che ebbe la sfortuna di uscire un mese prima di The Prestige, film di Christopher Nolan sugli illusionisti che arrivò a portargli via parecchio pubblico.
E fu la volta de L'incredibile Hulk.
Il film fu il secondo del Marvel Cinematic Universe nato un mese prima con Iron Man, e sulla carta Edward Norton avrebbe dovuto essere Bruce Banner/Hulk per tutto il franchise.
Sapendo che però al suo posto c'è Mark Ruffalo dal primo Avengers del 2012, potete immaginare che tra Norton e Marvel le cose non andarono benissimo.
La Marvel aveva assunto Zak Penn - che aveva co-scritto un paio di film degli X-Men - per scrivere la sceneggiatura de L'incredibile Hulk: lo studio contattò Norton per il ruolo di protagonista e l'attore, dopo aver incontrato il regista Louis Leterrier, firmò a condizione che tutti i suoi suggerimenti per la sceneggiatura venissero presi in considerazione e inseriti nello script.
Norton però praticamente riscrisse il film solo poche settimane prima dell'inizio delle riprese, e Leterrier si trovò quindi costretto a girare la maggior parte della sceneggiatura di Penn e anche quella di Norton, per via del suo contratto, con il risultato di avere un film non propriamente coerente.
I dirigenti della Marvel odiarono le modifiche di Norton e ordinarono un nuovo montaggio del film con più azione, meno dialoghi e meno sviluppo del personaggio di Banner: queste ultime due note erano in gran parte l'obiettivo delle modifiche di Norton.
Ovviamente lui non la prese bene e i rapporti con Marvel si deteriorarono al punto che lo studio una volta dichiarò, in merito al cambio di casting per Hulk, che per il ruolo volevano
"Un attore che incarni lo spirito creativo e collaborativo degli altri nostri talentuosi membri del cast".
Da quel momento la carriera di Edward Norton fu decisamente segnata: pochi film degni di nota nei successivi sei anni, nei quali si distinse soprattutto grazie a Wes Anderson che lo volle in Moonrise Kingdom e in Grand Budapest Hotel.
Nel 2014 arrivò per lui Birdman, il film di Alejandro González Iñárritu che gli garantì la terza nomination agli Oscar dopo quelle per Schegge di Paura e American History X.
È facile rivedere lo stesso Edward Norton nel personaggio del borioso e complicato Mike Shiner, attore che mette bocca sulle scelte del regista e vuole intervenire sulla sceneggiatura.
Quando gli venne chiesto a chi si fosse ispirato per il personaggio Norton rispose:
"In questo ambiente ci sono molti più personaggi di questo tipo di quanto si possa pensare...".
Nel 2018 l'attore si tolse il proverbiale sassolino dalla scarpa in merito alla querelle con la Marvel.
In occasione del The Comedy Central Roast of Bruce Willis, una volta al microfono ha dichiarato:
"Ho cercato di essere come te, Bruce.
Ho fatto un grande film d'azione chiamato L'incredible Hulk, ma sai cosa è andato storto?
Volevo una sceneggiatura migliore.
Ho pensato che avremmo dovuto provare a fare un film Marvel che fosse buono come il peggior film di Christopher Nolan, ma... a che diavolo stavo pensando?!"
Dopo Birdman Edward Norton ha fatto parte del cast del disastroso Collateral Beauty, film che si pensava avrebbe potuto rilanciarlo: l'attore di Boston ha recitato accanto a Will Smith, Kate Winslet, Helen Mirren, Keira Knightley e Michael Peña, a fronte di un budget di 36 milioni di dollari il film ne ha incassati 88 ma è stato demolito dalla critica, ricevendo recensioni pessime - sull'aggregatore Rottentomatoes Collateral Beauty vanta un poco edificante 14% di recensioni positive con una media voto di 3,56 su 10.
Dopo un cameo in Alita - Angelo della Battaglia Edward Norton si è rimesso per la seconda volta dietro la macchina da presa per Motherless Brooklyn, film del quale è anche produttore, sceneggiatore e protagonista.
Il film è stato bene accolto dalla critica e Norton ha anche ottenuto una nomination ai Satellite Awards per la Miglior Sceneggiatura non Originale, ma purtroppo al botteghino è stato un tonfo: solo 18 milioni di dollari nel mondo per un film costato 26.
Vedremo presto Edward Norton nel prossimo film di Wes Anderson The French Dispatch.
Ma risulta tristemente evidente che un talento del suo calibro non abbia ad oggi ricevuto quello che avrebbe davvero meritato, per colpa di un carattere difficile che lo ha allontanato da tante produzioni.
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