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Nosferatu - Recensione: una viscerale immersione nel mito

Il nuovo film di Robert Eggers rilegge il mito del vampiro attraverso una lente gotica e psicologica, fondendo tensione narrativa a un'estetica viscerale che celebra e reinventa un classico del Cinema muto

Nosferatu è il nuovo film di Robert Eggers che rivisita il classico del Cinema muto Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau con un cast che comprende Lily-Rose DeppNicholas Hoult, Willem DafoeAaron Taylor-Johnson ed Emma Corrin.

 

Con Nosferatu Eggers arriva a mio avviso a toccare dei picchi creativi tra i più alti mai raggiunti nel corso della sua carriera, andando a fondere la sua ossessione per l'accuratezza storica con una visione cinematografica potente e primordiale. 

 

[Il trailer di Nosferatu]  

 

 

Thomas Hutter (Nicholas Hoult) è un giovane e determinato avvocato che riceve un incarico cruciale nella Germania del 1838: concludere la vendita di una proprietà al misterioso e sfuggente Conte Orlok (Bill Skarsgård), un nobile che vive isolato tra le montagne della Transilvania. 

 

Nonostante la sua giovane moglie Ellen (Lily-Rose Depp) abbia un oscuro presentimento e cerchi di convincerlo a rimanere a casa, Thomas vede in questa missione l'opportunità di costruire un futuro con la sua amata e decide di partire ugualmente: in viaggio verso i Carpazi Thomas si trova catapultato in un mondo di paesaggi spettrali e superstizioni locali, dove il tempo sembra sospeso e ogni sussurro della natura porta con sé una promessa di pericolo.

Al castello l'uomo viene accolto dall'inquietante Conte Orlok e da quel momento le stranezze che lo circondano iniziano ben presto a rivelare la vera natura della sua ospitalità. 

Nel frattempo Ellen, ospite dell'armatore di navi Friedrich (Aaron Taylor-Johnson) e di sua moglie Anna (Emma Corrin), inizia a essere perseguitata da visioni sempre più vivide: nei suoi sogni e incubi appare una creatura oscura e insondabile, una presenza che sembra avere una connessione inspiegabile con il viaggio del marito.

 

Tra oscuri presagi, segreti sepolti e un amore che cerca di resistere all'oscurità si sviluppa una storia di terrore, sacrificio e redenzione.

 

 

[Bill Skarsgård e Lily-Rose Depp in Nosferatu]


Robert Eggers non si limita a un omaggio all'opera del 1922 Nosferatu il Vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau o al romanzo Dracula di Bram Stoker (opera a cui Murnau stesso si è liberamente ispirato, seppur cambiando titolo dell'opera e nome dei personaggi a causa di problemi legali relativi al diritto d'autore); il regista scava infatti nella psicologia, nell'estetica e nelle tensioni culturali che hanno reso il mito del vampiro un simbolo universale di desiderio e di morte, andando a reinventare completamente la figura del Conte Orlok. 

 

Il regista newyorkese è rinomato per la sua meticolosa cura dei dettagli, tuttavia questa dedizione non è fine a sé stessa, ma strumentale a un'immersione completa in un contesto storico e simbolico dalle sfumature complesse e sconosciute a molti. 

Il passato, per Eggers, non è semplicemente un palcoscenico: è un'entità vivente, sporca e tangibile.

In Nosferatu le ambientazioni transilvane e le case di Wisborg sono ricreate con mobili Biedermeier autentici e riproduzioni di affreschi esistenti provenienti dai monasteri della Moldavia, riuscendo così a evocare un tempo in cui la superstizione dominava completamente il pensiero razionale.

 

Questo livello di dettaglio non è solo un esercizio stilistico, ma una vera e propria porta d'accesso a un mondo che si muove secondo credenze e paure lontane dalla nostra sensibilità contemporanea.  

 

 

[Willem Dafoe in una scena di Nosferatu]



Il Conte Orlok interpretato dal trasfigurato Bill Skarsgård è la quintessenza del vampiro: una creatura che va a riprendere le sfumature culturali dell'originale libro di Bram Stoker ed è in grado di incarnare in sé il perfetto dualismo tra attrazione e repulsione.  

 

L'interpretazione di Lily-Rose Depp nel ruolo di Ellen è riuscita completamente nell'intento di aggiungere una dimensione psicologica e sensuale alla narrazione.

Ellen è infatti un personaggio al centro delle tensioni tra fede e ragione, tra desiderio e paura: una donna le cui crisi convulsive sono tanto fisiche quanto simboliche, nonché una manifestazione della lotta interiore contro le forze oscure che la tempestano. 

 

La relazione tra Ellen e Orlok in Nosferatu si sviluppa in un crescendo di tensione erotica che, sebbene sia sempre presente, non viene mai realmente esplicitata, quasi volendo essere un riflesso di ciò che è il sottotesto freudiano del mito del vampiro, ovvero una creatura che "dimora al nostro interno", dal momento che l'abbiamo fatta entrare senza neanche accorgercene.

 

 

[Lily Rose Depp è Ellen in Nosferatu]


Visivamente parlando Nosferatu è un'opera d'arte che unisce il romanticismo gotico della pittura di Caspar David Friedrich con l'avanguardia del Cinema tedesco degli anni '20, andando a reinventare completamente l'estetica del Cinema espressionista tramite l'utilizzo di tecniche moderne per catturare l'essenza ruvida e imperfetta di quella che è un'epoca cinematografica e sociale ormai passata. 

 

La fotografia di Jarin Blaschke alterna contrasti drammatici e tonalità monocromatiche, evocando un'atmosfera inquietante e a tratti ipnotica; i costumi di Linda Muir e le scenografie di Craig Lathrop accompagnano lo spettatore in una totale immersione in Nosferatu, con dettagli che trasportano il pubblico in un mondo dove ogni oggetto racconta una storia e ogni dettaglio ha un significato intrinseco.

 

Gli effetti visivi, come l'ombra di Orlok che avvolge un'intera città, sono un potente omaggio creativo alle tecniche pionieristiche di Murnau e alla rifinitura stilistica del film Dracula di Bram Stoker, film del 1992 diretto da Francis Ford Coppola, reinterpretate con una sensibilità contemporanea curata e perfettamente studiata.

 

 

[Bill Skarsgård è il Conte Orlok in Nosferatu]


Nosferatu è un film che ci invita in un vero e proprio viaggio nel cuore dell'oscurità, dove il vampiro non è solo un mostro, ma una vera e propria forza primordiale che sfida i confini della comprensione umana.

 

Come nei suoi film precedenti (The Vvitch, The Lighthouse, The Northman), in Nosferatu il regista si lancia in una complessa analisi e osservazione dell'ignoto, lasciando allo spettatore l'arduo compito di confrontarsi con le proprie paure e desideri. 

Con Nosferatu Robert Eggers non ha soltanto resuscitato un classico, ma lo ha infuso di nuova vita, restituendogli il potere di sconvolgere e affascinare i nuovi spettatori; Nosferatu è un film che non si limita a raccontare una storia, ma ha come obiettivo quello di trasportare, inquietare e lasciare un segno indelebile all'interno dell'anima dello spettatore.

 

Così come la voce mormorante del Conte Orlok che ci chiama dall'oscurità, il Cinema di Robert Eggers ci cattura e non ci lascia più andare.

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