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The Village: superstizione, fuga dal dolore, verità e amore

Un'analisi tematica del film di M. Night Shyamalan del 2004

Questo è un film sulla superstizione e sulla fuga dal dolore.

 

 

Di riflesso vi sono sviscerati anche i concetti di verità e di amore.

 

 

 

Superstizione

 

In Cloud Atlas le sorelle Wachowski ci raccontavano che "ogni confine è una convenzione".

Ritengo sia una frase perfetta per descrivere anche questa storia.

 

Gli anziani in questa comunità di Amish hanno strutturato un codice per garantire la sopravvivenza della loro comunità: un insieme di proibizioni sostenute da un comparto di favole che fanno ricordare le realtà dei nostri piccoli paesi, non più di 70 anni fa.

 

L'intera Storia medievale e non solo ci ha insegnato che sono soprattutto racconti e immagini gli elementi essenziali per plasmare l'immaginario (appunto) collettivo.

In questo caso ogni convenzione collima proprio in un confine fisico, quello con il bosco circostante.

 

È un film sulla paura come strumento politico quando questa (la politica) mira a un bene superiore e incondivisibile. 

 

 

 

Fuga dal dolore

 

Le motivazioni della comunità degli anziani sono serie.

La volontà era quella di rifuggire una realtà che ha portato loro a un dolore per la perdita di una persona insostituibile.

La costituzione della loro nuova comunità e la sua salvaguardia sono il tentativo di creare un angolo di mondo che sia innocente e portatore della speranza che il male (identificato, inizialmente, con il dolore) non possa abitarvi.

 

Il tema della società che rovina la naturale purezza dell'uomo fu alla base del sistema politico e pedagogico del pensatore francese Jean-Jacques Rousseau.

Nel film il male è costantemente esorcizzato e lasciato fisicamente fuori dai confini del villaggio.

Esso viene stigmatizzato con il colore che più, si dice, lo attiri, il rosso: il colore del sangue (tutti gli anziani avevano perso una persona cara morta di morte violenta).

 

Di contro gli abitanti vestono con cappe gialle, il colore della luce e del fuoco: l'una rischiara la visione e l'altro è in grado di tenere a distanza i pericoli nella notte.

 

Tuttavia gli anziani scopriranno che il male non viene dal mondo, ma dal cuore degli uomini, ma proprio perché rischieranno ogni cosa per "una retta e giusta causa" sarà loro permesso di continuare a vivere da Amish. 

 

 

 

 

Verità

 

Si parla di boschi e di "radura" parlava il filosofo Heidegger nell'usare una metafora che descrivesse la disvelatezza dell'essere.

 

La verità può dover essere nascosta se il fine è il bene.

Eppure in Revolutionary Road (2008) Kate Winslet diceva qualcosa, a mio avviso, di decisivo: "La cosa bella della verità è che nessuno dimentica la verità, si diventa solo più bravi a mentire".

 

La verità, nel film, è una presenza oscurata (le casseforti) che sarà alla fine riportata alla luce, ma che non porterà alla fine di tutto; questo perché credo che il fulcro della pellicola coincida con la cecità di Ivy.

Sarà proprio questo aspetto, un caso fortuito e il non cedimento al vero male (non il dolore, bensì il crimine e l'ingiustizia) da parte degli anziani a garantire che tutti nel villaggio continueranno a credere alle superstizioni relative alle creature innominabili; credenze che sarebbero potute vacillare con la confessione del padre di Ivy alla figlia.

 

Il padre racconta la verità a colei che non può vederla ma che, lei sola, avrà la spregiudicatezza di attraversare la foresta dell'Essere che, diceva il filosofo, è intricata e non consente uno sguardo distaccato e oggettivo, ma deve essere percorsa nei suoi parziali sentieri.

 

Ivy è nata nel villaggio, non può capire davvero la verità degli anziani: è cieca, ma è meno cieca degli altri, accecati, loro sì, e atterriti dalla vuota superstizione.

 

 

 

 

Amore

 

Tale è la sua forza perchè "mossa da amore".

Il suo amore per Lucius. L'amore diventa il mezzo per superare il male.

L'amore e la coppia come antidoto al dolore inevitabile. 

 

Più che di amore nel film si parla di innamoramento: quando davvero tutto sembra perfetto e sembra che tutta la felicità del mondo risieda in una sola persona, e, con lei, la propria forza. 

Questo è quanto.

 

La sceneggiatura di M. Night Shyamalan è davvero curata: l'intreccio narrativo tiene aperte numerose possibilità e svolte pur senza difettare di verosimiglianza e coererenza interne; splendide anche le scenografie e i costumi, così come inappuntabili sono le performance dei tre protagonisti: Bryce Dallas Howard, Joaquin Phoenix e, su tutti, Adrien Brody

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17 commenti

Jacopo Troise

6 anni fa

Questo tipo di riflessioni rendono decisamente ancora più appasionanti sia l'analisi che che ulteriori visioni del film! Buona visione, Lu!

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Jacopo Troise

6 anni fa

Non ti preoccupare Sebastiano, non fa nulla! Grazie per avermi fornito una risposta così esaustiva. La mia domanda in realtà era molto personale perché faccio della superstizione quasi una religione, anche se pure io so, come giustamente spiegavi tu, che questo molte volte è paralizzante. Concordo con te su quanto la credenza sia necessaria: mi piace molto questo concetto! Grazie ancora e complimenti per l'articolo

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Lu

6 anni fa

Grazie Sebastiano e Jacopo per queste riflessioni.
E ora mi sa anche che riguarderò il film

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Beh, io credo che come esseri umani una certa base di credenze siano necessarie per vivere (se non credessimo che le scale siano costruite a regola d'arte pur non conoscendo noi alcuna regola della statica non ci muoveremmo mai di un passo). Non esiste una storia dell'essere (una realtà per come ce la si racconta) assoluta, uguale per tutte le epoche, e la superstizione rischiara questo concetto. In più come si vede bene nel film la superstizione può tramutarsi in dettami, principi morale, principi di buon senso, spesso. Parli di "nostra realtà", e fai bene, ma forse un sano dubbio che questo nostro punto di vista non esaurisca il mondo del possibile è bene che sia sempre alimentato. La credenza ci è necessaria, la superstizione può paralizzare e renderci morti in vita, secondo me

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Ciao Jacopo, scusa per la risposta tardiva!

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Grazie Jude!
Tutti per uno ;)

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Josephin Overwood

6 anni fa

La mia prof allora ha spiegato bene l'argomento, tanto da essere in grado di  ritrovarlo in un momento di svago.. sono perseguitata.😱😂

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Grazie a te!

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Ebbe un grosso problema nella distribuzione a mio avviso: il trailer era a dir poco forviante

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Vero!

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