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Questo è un film sulla superstizione e sulla fuga dal dolore.
Di riflesso vi sono sviscerati anche i concetti di verità e di amore.
Superstizione
In Cloud Atlas le sorelle Wachowski ci raccontavano che "ogni confine è una convenzione".
Ritengo sia una frase perfetta per descrivere anche questa storia.
Gli anziani in questa comunità di Amish hanno strutturato un codice per garantire la sopravvivenza della loro comunità: un insieme di proibizioni sostenute da un comparto di favole che fanno ricordare le realtà dei nostri piccoli paesi, non più di 70 anni fa.
L'intera Storia medievale e non solo ci ha insegnato che sono soprattutto racconti e immagini gli elementi essenziali per plasmare l'immaginario (appunto) collettivo.
In questo caso ogni convenzione collima proprio in un confine fisico, quello con il bosco circostante.
È un film sulla paura come strumento politico quando questa (la politica) mira a un bene superiore e incondivisibile.
Fuga dal dolore
Le motivazioni della comunità degli anziani sono serie.
La volontà era quella di rifuggire una realtà che ha portato loro a un dolore per la perdita di una persona insostituibile.
La costituzione della loro nuova comunità e la sua salvaguardia sono il tentativo di creare un angolo di mondo che sia innocente e portatore della speranza che il male (identificato, inizialmente, con il dolore) non possa abitarvi.
Il tema della società che rovina la naturale purezza dell'uomo fu alla base del sistema politico e pedagogico del pensatore francese Jean-Jacques Rousseau.
Nel film il male è costantemente esorcizzato e lasciato fisicamente fuori dai confini del villaggio.
Esso viene stigmatizzato con il colore che più, si dice, lo attiri, il rosso: il colore del sangue (tutti gli anziani avevano perso una persona cara morta di morte violenta).
Di contro gli abitanti vestono con cappe gialle, il colore della luce e del fuoco: l'una rischiara la visione e l'altro è in grado di tenere a distanza i pericoli nella notte.
Tuttavia gli anziani scopriranno che il male non viene dal mondo, ma dal cuore degli uomini, ma proprio perché rischieranno ogni cosa per "una retta e giusta causa" sarà loro permesso di continuare a vivere da Amish.
Verità
Si parla di boschi e di "radura" parlava il filosofo Heidegger nell'usare una metafora che descrivesse la disvelatezza dell'essere.
La verità può dover essere nascosta se il fine è il bene.
Eppure in Revolutionary Road (2008) Kate Winslet diceva qualcosa, a mio avviso, di decisivo: "La cosa bella della verità è che nessuno dimentica la verità, si diventa solo più bravi a mentire".
La verità, nel film, è una presenza oscurata (le casseforti) che sarà alla fine riportata alla luce, ma che non porterà alla fine di tutto; questo perché credo che il fulcro della pellicola coincida con la cecità di Ivy.
Sarà proprio questo aspetto, un caso fortuito e il non cedimento al vero male (non il dolore, bensì il crimine e l'ingiustizia) da parte degli anziani a garantire che tutti nel villaggio continueranno a credere alle superstizioni relative alle creature innominabili; credenze che sarebbero potute vacillare con la confessione del padre di Ivy alla figlia.
Il padre racconta la verità a colei che non può vederla ma che, lei sola, avrà la spregiudicatezza di attraversare la foresta dell'Essere che, diceva il filosofo, è intricata e non consente uno sguardo distaccato e oggettivo, ma deve essere percorsa nei suoi parziali sentieri.
Ivy è nata nel villaggio, non può capire davvero la verità degli anziani: è cieca, ma è meno cieca degli altri, accecati, loro sì, e atterriti dalla vuota superstizione.
Amore
Tale è la sua forza perchè "mossa da amore".
Il suo amore per Lucius. L'amore diventa il mezzo per superare il male.
L'amore e la coppia come antidoto al dolore inevitabile.
Più che di amore nel film si parla di innamoramento: quando davvero tutto sembra perfetto e sembra che tutta la felicità del mondo risieda in una sola persona, e, con lei, la propria forza.
Questo è quanto.
La sceneggiatura di M. Night Shyamalan è davvero curata: l'intreccio narrativo tiene aperte numerose possibilità e svolte pur senza difettare di verosimiglianza e coererenza interne; splendide anche le scenografie e i costumi, così come inappuntabili sono le performance dei tre protagonisti: Bryce Dallas Howard, Joaquin Phoenix e, su tutti, Adrien Brody.
17 commenti
Jacopo Troise
6 anni fa
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Jacopo Troise
6 anni fa
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Lu
6 anni fa
E ora mi sa anche che riguarderò il film
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
Tutti per uno ;)
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Josephin Overwood
6 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Riccardo Cappelletti
6 anni fa
Per questo chiedevo consigli, mi chiedevo se avesse fatto altri buoni film.
Aggiungo alla lista i tuoi consigli, grazie mille!
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Kelevra
6 anni fa
Ma .....Sbaglio o ho capito bene e tu non hai visto Signs?
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
Vedrei volentieri Signs a questo punto
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
Me ne mancano ancora diversi, però
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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Sebastiano Miotti
6 anni fa
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