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Il Traditore, il film di Marco Bellocchio sulla vita del pentito di mafia Tommaso Buscetta, non è entrato nella shortlist dei candidati all’Oscar per il Miglior Film Internazionale.
La lista comunicata dall'AMPAS vede dieci paesi - che verranno poi ridotti a 5 in occasione delle nomination di gennaio - e l'Italia non è tra questi.
Il Traditore è stato scelto a settembre dalla commissione dell'Anica per rappresentare il nostro paese agli Oscar, battendo la concorrenza di Martin Eden, La Paranza dei Bambini, Il Primo Re e Il Vizio della Speranza, e le speranze di rivedere un nostro film candidato agli Oscar questa volta non erano poche.
Dopo aver vinto 7 Nastri d'Argento, 2 Globi d'Oro, un Premio Flaiano, un Filming Italy Best Movie Award e aver corso il serio rischio di intascare pure una Palma d'Oro al Festival del Cinema di Cannes dove è stato accolto con 13 minuti di standing ovation, per Il Traditore sembrava cosa fatta.
[Trailer de Il Traditore]
La lista dei 10 film con i relativi paesi è questa:
The Painted Bird - Repubblica Ceca
Tõde ja õigus - Estonia
Les Misérables - Francia
Akik Maradtak - Ungheria
Honeyland - Macedonia
Corpus Christi - Polonia
Beanpole - Russia
Atlantique - Senegal
Parasite - Corea del Sud
Dolor y Gloria - Spagna
Tutti i premi conferiti finora nelle varie cerimonie sembra dare per scontato Parasite come vincitore, e alcuni addirittura dicono che il film di Bong Joon-ho potrebbe avere qualcosa da dire anche nella categoria principale, quella del Miglior Film.
Per Il Traditore sembrava potesse esserci spazio almeno per la nomination, cosa che l'Italia non riesce a centrare dal 2014 quando vinse l'Oscar con La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino.
Nonostante il nostro paese guidi ancora la classifica dei più premiati nella categoria Film in Lingua Straniera agli Oscar - 14 le nostre statuette su 31 nomination, sopra alla Francia che ha vinto 12 volte su 39 nomination - negli ultimi vent'anni ci siamo fatti vivi solo tre volte: oltre all'Oscar di Sorrentino c'è la nomination per La Bestia nel Cuore di Cristina Comencini nel 2006 e il trionfo mai dimenticato di Roberto Benigni e il suo La Vita è Bella nel 1999.
Ma in vent'anni è un po' poco.
Che sia un ulteriore segnale del fatto che il nostro Cinema non è più in grado di parlare di storie universalmente condivisibili?