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8 film horror per un Natale da brividi

Per gli appassionati dell'orrore e per coloro che vogliono provare una diversa coziness natalizia, ecco una lista di otto diversissimi film dove il Natale mostra il suo lato più oscuro

Eccoci giunti anche quest'anno al Natale.

 

Da appassionata dell'orrore, il Natale mi ha suscitato delle riflessioni che vanno ad abbracciare più ampiamente alcuni meccanismi del Cinema horror, che vengono messi all'opera in svariate declinazioni del genere; perdonatemi in partenza se la prendo alla larga, ma vi prometto che ci arriviamo.  

 

 

[La madre de La casa - Il risveglio del male in atteggiamenti inequivocabilmente materni]

 

C'è qualcosa di particolarmente inquietante nella trasformazione di quelle figure rassicuranti legate alla nostra infanzia o alle nostre tradizioni (binomio che si nutre a vicenda) nella loro versione cattiva. 

 

È qualcosa che ha a che fare con una qualche sorta di uncanny valley, con il familiare che si fa perturbante. 

Si pensi allo stuolo di film - dell'orrore o meno - in cui "la madre" si discosta dall'immagine perfetta di colei che accudisce, che pone la prole sempre davanti ai suoi interessi e al suo benessere, che mortifica in qualche modo la sua individualità per un istinto più forte di qualsiasi altra pulsione.

 

L'altra madre di Coraline e la porta magica (Henry Selick, 2009), con il suo mellifluo amore, falso come gli occhi di bottone che simulano la vita; la madre posseduta de La casa - Il risveglio del male (Lee Cronin, 2023), marcescente sotto il dominio delle forze risvegliate dal Necronomicon; ma anche la fanatica Margaret White in Carrie - Lo sguardo di Satana (Brian De Palma, 1976) o, allontanandoci dall'orrore, la madre tossicodipendente di Maeve nella serie TV Sex Education.

 

Cos'è, esattamente, che ci inquieta?

L'allontanarsi dai modelli predefiniti, da ciò a cui siamo abituati, per entrare in spazi inesplorati, dove ciò che veniva dato per assodato non poggia più su solide basi, ma può essere capovolto, ribaltato, specchiato, distrutto.

Quello della madre è solo un esempio, per quanto pregnante. 

 

Pensate a Chucky, la bambola assassina, nelle sue declinazioni cinematografiche e seriali: un simbolo dell'infanzia che viene posseduto dall'anima di un serial-killer.

Pensate al tenero orsacchiotto che in Winnie-the-Pooh - Sangue e miele (Rhys Frake-Waterfield, 2023) diventa lercio e assetato di sangue, lui e tutti i suoi allegri compari del Bosco dei Cento Acri.

Povero Christopher Robin. E poveri noi, che rimaniamo spiazzati dal sovvertimento che queste operazioni mettono in atto.

Spiazzati e tanto più spaventati.

 

Quale personaggio, più di Babbo Natale - avete già capito - vive della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni dei bambini, si nutre del calore del nido familiare e prospera di buoni sentimenti?

Di riflesso, con lui, il Natale stesso si configura come festività perfetta per fare paura secondo questi meccanismi particolari che a mio parere tanto più funzionano delle classiche ambientazioni e dinamiche dell'orrore, perché la disattesa delle aspettative, la rottura delle certezze, è in grado di creare un disagio tanto più potente del mero spavento.

 

Non che le due cose non possano andare a braccetto, lo vedremo; per dirla in breve, questo tipo di operazione parte con una marcia in più, scatenando tutta una serie di risposte specifiche e impareggiabili nello spettatore.

 

 

[La morte iniziale di Black Christmas (Sophia Takal, 2019)]

 

Di horror di Natale ne esistono più di quanti forse possiate immaginare.

 

I titoli sono per la maggior parte una combinazione delle parole Christmas, silent, bloody, night

È anche vero che cascare nel grottesco, con un materiale di partenza così scivoloso, è quanto di più facile possa capitare e di conseguenza abbondano film a mio dire evitabilissimi, che si limitano a essere degli innocui e innocenti passatempi un po' trash. 

Accanto a questi convivono i capolavori senza tempo forse un po' dimenticati, di cui forse avete già letto su questi lidi: Black Christmas (Bob Clark, 1974) apripista dello slasher, infesta incontrastato gli incubi natalizi e ha generato remake e reboot. 

 

Ci sono poi film terrificanti ambientati durante il periodo natalizio e di fine anno, ma in cui la festività ha poca o nulla rilevanza narrativa, come ad esempio The Children (Tom Shankland, 2008) e The Lodge (Veronika Franz e Severin Fiala, 2019).

 

Ne ho scelti per voi 8, molto diversi tra loro, con cui faremo una sorta di viaggio - forse un po' perverso - nelle varie forme in cui l'horror natalizio è stato declinato: dal dramma apocalittico allo slasher più caciarone, dal musical agrodolce al thriller pieno di colpi di scena. Vi assicuro che ne troverete per tutti i gusti a patto che siate un po' cinici e ben disposti a celebrare il periodo natalizio in un modo un po' fuori dal coro.

Rimane il fatto che, nonostante l'orrore, la disperazione e lo splatter, questi film hanno la capacità di conservare una sorta di coziness inscindibile dal Natale stesso.

 

Siate i guastafeste dei pomeriggi invernali coperta & thé caldo, mi raccomando. 

 

Tanto i buoni sentimenti, Mariah Carey e Bedford Falls di certo non si offendono. 

 

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Posizione 8

Christmas Bloody Christmas 

di Joe Begos, 2022

 

Notte della vigilia di Natale: la proprietaria di un negozio di musica Tori e il suo amico e dipendente Robbie (che ha una cotta imbarazzante per lei), decidono di festeggiare in modo alternativo, dando il via a una notte di bevute e bagordi, prima dai loro amici che possiedono un negozio di giocattoli, poi nel loro bar di fiducia e infine a casa di lei. 

 

C'è solo un piccolo, enorme, rosso e robotico problema.

 

Come apprendiamo dall'introduzione in stile spot pubblicitario, l'industria dei giocattoli ha riciclato una tecnologia creata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per creare RoboSanta+, il degno sostituto del Babbo Natale umano da centro commerciale. 

 

Tuttavia alcuni esemplari, per qualche malfunzionamento, si stanno autoriprogrammando al loro letale scopo militare originario.

 

Ovviamente uno di tali esemplari è quello presente nel negozio sopracitato degli amici della nostra eroina: lei e Robbie dovranno continuamente sfuggirgli per tutta la notte, combattendo contro l'incredulità della situazione e l'apparente indistruttibilità della creatura.

 

Interamente ambientato in una notte illuminata solo dalle luci al neon del negozio di musica e dalle luminarie rosse, verdi e oro del vicinato, il film ha una lunga parte iniziale apparentemente inutile in cui vediamo i battibecchi un po' flirtacious tra i due protagonisti e le loro disquisizioni musicali.

 

In realtà non è per niente inutile, perché tutto il resto del film funziona proprio grazie a questa prima parte: questi personaggi ci stanno simpatici, li abbiamo conosciuti come discreti "cazzoni" dalla forte personalità e ora che la situazione si fa problematica ce li aspettiamo pieni di risorse.

 

Stiamo parlando di un film con un Babbo Natale Terminator, credo che gli interessati siano già sul divano con i popcorn accanto.

 

Disponibile sul canale Midnight Factory di Prime Video 

 

Posizione 7

Krampus - Natale non è sempre Natale

di Michael Dougherty, 2015

 

Cosa c'è di più spaventoso del ritrovarvi bloccati durante le feste natalizie con parenti fastidiosi che avete evitato tutto l'anno? 

 

Un coacervo di cattivi sentimenti arriva alla saturazione proprio in questa felice occasione, quando zii e cugini invadono la casa degli Engel buttando un po' alle ortiche il buon spirito del Natale.

 

Per il giovane Max è la goccia che fa traboccare un vaso già colmo di speranze perdute, una Cindy Lou al maschile che si chiede dove sia finito il Natale dell'infanzia che tanto amava.

 

Questa sua disillusione evoca, come era capitato alla nonna, il Krampus, l'ombra di Babbo Natale, essere della mitologia delle aree europee di lingua tedesca. Il Krampus e tutta una serie di suoi tirapiedi demoniaci, creature trasfigurate del folklore natalizio.

 

Torna qui con prepotenza quel ribaltamento di cui parlavo nell'introduzione di questa top: omini di pan di zenzero, elfi e giocattoli trasformati nei loro alter ego maligni riescono a mettere a disagio lo spettatore attraverso quei meccanismi di cui sopra.

 

Ma chi è lo spettatore di Krampus?

Potremmo considerare questo film un horror per ragazzi, ma mai edulcorato, mai restio nel mostrare la violenza, mai consolatorio (preparatevi al finale); è una fiaba nera, cattiva, del tipo che fa bene, che mette alla prova il pubblico più giovane, sulla falsariga di Coraline di Neil Gaiman.

 

Ci troviamo di fronte a un film horror di creature orrorifiche ma adatto ai ragazzi, reso tuttavia appetibile anche al pubblico adulto, grazie al design cupo e terrificante dei mostri e all'equilibrio anagrafico del cast, fatto di piccoli e grandi, su cui spiccano i genitori Adam Scott e Toni Collette, la nostra adorata regina dell'orrore, al centro di una scena meravigliosa in cui le sue urla sono protagoniste.

 

Un bel film feelbad per tutta la famiglia.

 

Disponibile per il noleggio e l'acquisto su Amazon Store Video, Google Play, AppleTV, Rakuten TV e Microsoft Store

 

Posizione 6

Bloody Calendar

di Patrick Ridremont, 2021

 

Eva è una giovane donna in sedia a rotelle, solitaria e diffidente.

Sembra perseguitata dal trauma dell'incidente che le ha tolto l'uso delle gambe, che si traduce visivamente nella ripetizione ossessiva dei fari puntati e dello stridio della frenata di un veicolo.

 

Ecco pronta la ricetta per l'orrore.  

 

La sua amica Sophie le regala per il compleanno (all'inizio di dicembre) un particolarissimo calendario dell'avvento, intagliato e decorato, trovato in un mercatino a Monaco. Sul retro, l'incoraggiante scritta "Schmeisst du est weg, Töte ich dich!" ["Se te ne sbarazzi, ti uccido!"].

 

Il film è costruito molto bene nella sua parte iniziale, nello spiegare allo spettatore come funziona allo spettatore come funziona il calendario, e nel settare l'atmosfera: per questo storciamo il naso più avanti, quando queste premesse vengono un po' tradite e banalizzzate.

 

Tuttavia, ciò che è stato fatto nella parte iniziale resta, ed è impossibile non goderne, quasi fosse un cortometraggio contenuto all'interno di un lungo.

 

Il setting buio della casa di Eva assolve perfettamente la sua funzione, mitigato dall'iniziale presenza dell'amica e delle luci soffuse, e la scelta di far cadere il compleanno della ragazza il 3 dicembre ci permette di aprire tre caselle diverse, per cominciare a ingranare con le modalità del malefico calendario.

 

Calendario che ha le sue "regole":

1. Contiene dolciumi: se ne mangi uno, dovrai mangiarli tutti, altrimenti ti ucciderà;

2. Bisogna rispettare tutte le regole fino all'apertura dell'ultima casella, altrimenti ti ucciderà;

3. Se getti il calendario, ti ucciderà.

L'apertura delle caselle è cadenzata da visioni di cui solo lo spettatore può beneficiare, che preludono al risveglio di una presenza che non sembra affatto benigna, ma che scopriremo in realtà pregna di ambivalenze: nel pieno mood della fiaba nera, il calendario sembra fare del bene alla protagonista, ma con il male che si ripercuote inevitabilmente su coloro che la circondano.

 

Come finirà questo pericoloso gioco con i desideri e le debolezze umane?

 

Disponibile sul canale Midnight Factory di Prime Video 

 

Posizione 5

Natale di sangue

di Charles E. Sellier Jr., 1984

 

Una ghirlanda con la scritta "Silent Night" [Notte di quiete] si avvicina, accompagnata da una canzoncina natalizia intonata dalla voce angelica e innocente di un bambino... quando all'improvviso un effetto di sangue e il brusco arrivo di una musica minacciosa introducono, più sotto, "Deadly Night" [Notte di morte], a rompere fin da subito qualsiasi illusione.

 

 

La vigilia di Natale del 1971, i genitori di Billy vengono uccisi a sangue freddo da un criminale vestito da Babbo Natale, segnando per sempre la psiche del bambino, fino alle terribili conseguenze in età adulta.

 

 

Natale di sangue ha al suo cuore, come tutti i film dell'orrore, la nascita e il confronto con il trauma. In questo caso gran parte della sua breve durata è dedicata a presentarci quello che oltre a essere il nostro protagonista, Billy, altri non sarà che il killer spietato del film.

 

Attraverso queste modalità di narrazione, noi spettatori non possiamo che stare dalla parte di Billy, e testimoniare muti e impotente la nascita di un villain, tanto più disperante, dato che poteva essere prevenuta. Perché Natale di sangue è proprio un film sul trauma, e sul pericolo che comporta ignorarlo, chiuderlo in un cassettino della mente, sempre pronto per essere rievocato, ma mai tirato fuori completamente per essere risolto.

 

Babbo Natale diventa uno spauracchio, alla stregua dell'uomo nero: un'icona che racchiude il trauma, per sempre connesso alla sessualità e al concetto puritano di moralità.

 

Sarà la costrizione a indossare letteralmente i panni del vecchio barbuto in rosso a far scattare definitivamente qualcosa in Billy, in quella mente ormai compromessa oltre ogni riparo.

 

 

L'unico modo per mettere la parola "fine" a questa storia sarà annientare l'effigie che è arrivata a rappresentare il male assoluto.

 

Disponibile in home video

 

Posizione 4

It's a Wonderful Knife

di Tyler MacIntyre, 2023

 

Con un brillante titolo molto esplicativo, It's a Wonderful Knife si propone come versione slasher de La vita è meravigliosa (Frank Capra, 1946, titolo originale It's a Wonderful Life), ovvero il film di Natale per eccellenza.

 

La George Bailey di turno è Winnie, una giovane donna la cui vita è stata sconvolta dalle sanguinose gesta di un assassino, la cui identità si scopre immediatamente proprio perché è lei a ucciderlo, nei primi minuti del film. Giunta al proverbiale ponte, è l'aurora boreale a far avverare il suo sconsolato desiderio di non essere mai nata. Ed eccoci entrare insieme a lei in una Angel Falls (rimando all'angelo di seconda classe Clarence, caduto dal cielo nel film originale per salvare George Bailey/James Stewart e ottenere il tanto agognato paio di ali) totalmente trasformatasi nella sua versione dark.

 

La constatazione che la vita senza Winnie è un incubo da non augurare nemmeno al proprio peggior nemico arriva molto presto, ma riuscirà la nostra eroina a tornare alla sua realtà?

 

It's a Wonderful Knife mescola il gore dello slasher con la commedia e i buoni sentimenti, rifacendosi continuamente (spesso in modo troppo didascalico) al suo film progenitore, ma non si può fare a meno di volergli bene.

 

Il cast regala delle chicche davvero niente male. L'anima da commedia del film ha due degnissimi rappresentanti: il padre di Winnie è portato sullo schermo da Joel McHale, il cinico Jeff Winger di Community, mentre il super cattivone della città, la versione contemporanea dell'avido Mr. Potter del film originale, è interpretato da Justin Long, che ha recentemente fatto un'altra incursione nel cinema horror nel ruolo di un altrettanto spiacevole personaggio in Barbarian (Zach Cregger, 2022).

La zia Gale e sua moglie Karen sono rispettivamente Katharine Isabelle, la Ginger di Licantropia Evolution (John Fawcett, 2000), la Mary di American Mary (Jen e Sylvia Soska, 2012), insomma, una delle reginette dell'orrore contemporaneo, e Cassandra Naud, stella nascente del genere dopo il suo ruolo in Influencer (Kurtis David Harder, 2022): una coppia sposata di meravigliose antieroine sanguinarie.

 

Una storia di amicizia e amore si andrà a intromettere nella trama slasher, in quella che è una delle intuizioni più forti del film: chi è George Bailey, e chi è Clarence?

 

Disponibile in home video

 

Posizione 3

Silent Night

di Camille Griffin, 2021

 

Per celebrare il Natale, in una grande casa in mezzo ai boschi, si riuniscono degli amici di lunga data, con le rispettive famiglie.

 

Mano a mano che la luce del giorno del 24 dicembre di tramuta nelle tenebre della notte del 25, l'atmosfera si fa sempre più cupa, con gli allegri canti che si tingono di una nota disperata.

 

 

A una seconda visione, gli indizi su ciò che sta succedendo diventano più che palesi, ma il mistero sul cuore del film non viene comunque mantenuto a lungo, ed è esplicitato dalle bocche prive di inibizioni, schiette e innocenti dei bambini, aumentando l'effetto shock nello spettatore.

 

Sia chiaro, questo film è ben lontano dall'essere un capolavoro: un continuo cambio di tono lo rende un po' poco a fuoco nelle intenzioni, ne depotenzia la tragicità con la commedia e rende poco efficace la comicità perché tinta da una drammaticità dilagante, in una schizofrenia di toni non sbagliata di per sé, ma che poteva essere gestita in modo molto più sapiente.

 

Tuttavia, Silent Night possiede una qualità amara molto specifica, che ne rende irresistibile la tristezza; una disperazione ilare e inevitabile che crea un vuoto nello spettatore mettendolo dolorosamente di fronte a una realtà che già conosce.

 

 

I temi dell'eredità, della responsabilità, della negazione vivono in un film "maldestro", acerbo, ma di cuore, con un cast straordinario su cui spiccano mamma Keira Knightley, papà Matthew Goode e i loro bambini, i fratelli Griffin Davis (i due gemelli e il ben più noto Roman, il dolce Jojo Rabbit), che sono i veri figli della regista Camille Griffin, in un cortocircuito che rende gli sviluppi narrativi ancora più strazianti.

 

Disponibile in home video

 

Posizione 2

Better Watch Out

di Chris Peckover, 2016

 

La diciassettenne Ashley si ritrova, poco prima di trasferirsi con la sua famiglia, a fare da babysitter al "suo bambino" Lucas, ormai dodicenne, e con una cotta paurosa per lei.

 

Tra la neve e le decorazioni natalizie, strani rumori e inquietanti presenze all'esterno della casa sembrano minacciare i due, dando il via a una serie di colpi di scena e ribaltamenti narrativi che non ci faranno stare tranquilli nemmeno per un istante.

 

Better Watch Out, conosciuto in Italia anche come Scary Christmas, inizia con un ragazzino che distrugge con una mazza la testa di un pupazzo di neve, e con la madre di Lucas che, riferendosi alle canzoni di Natale, dice, irritata, al marito: 

 

 

"Robert, turn that shit off. It's giving me a migraine" 

["Robert, spegni quella merda. Mi sta facendo venire il mal di testa"]

 

 

Quale miglior modo per settare il mood di questo cattivissimo home invasion natalizio?

 

Non posso davvero dirvi molto di più riguardo la trama di Better Watch Out, perché la disattesa delle aspettative è la linfa di questo perverso Mamma, ho perso l'aereo, di questo magma cinematografico che continua a cambiare sotto i nostri occhi.

 

 

Entrateci vergini da qualsiasi ulteriore dettaglio, non credo rimarrete delusi.

 

Disponibile su Chili 

 

Posizione 1

Anna and the Apocalypse

di John McPhail, 2017

 

In un piccolo paesino della Scozia, Anna vive la sua normalissima vita di adolescente, barcamenandosi tra le ansie dell'ultimo anno di scuola, il lutto, il desiderio di indipendenza e i soliti problemi relazionali. Ma il periodo natalizio ha in serbo per lei e gli ignari abitanti di Little Haven una piccola sorpresina. 

Come recita la tagline, "L'alba dei morti dementi incontra La La Land", in questo piccolo film realizzato con una passione commovente, che rende ancora più amara la discordanza tra il comico e il drammatico che ne permea la narrazione e ne costituisce il contrastante cuore pulsante. La forza più grande di Anna and the Apocalypse è proprio Anna: Ella Hunt sprigiona un'energia incontenibile, una simpatia trascinante che mette di buonumore, che ricorda un po' l'irresistibile brio di Blake Lively

Le canzoni, oltre a essere orecchiabili, divertenti e ben coreografate, sono molto intelligenti a livello testuale e strutturale.

Infatti, le canzoni diegetiche (gli studenti stanno mettendo in scena uno spettacolo musicale natalizio), sono di gran lunga superate in quantità dalle canzoni metariflessive.

Hollywood Ending rompe senza indugi la quarta parete: i personaggi ragionano sul loro ruolo e i loro sviluppi narrativi, su come vorrebbero andasse la loro storia e su come essa invece andrà, dato che la vita non è un film. Quindi il film si professa come una storia realistica, in cui le cose vanno come andrebbero nella vita vera, non come gli happy ending cinematografici ci hanno insegnato per tutta la vita.

"If this was a movie maybe she would be willing to share my world / I'm starting to realize sometimes the nice guys don't always get the girl" 

["Se questo fosse un film, lei vorrebbe condividere la sua vita con me / Ma comincio a rendermi conto che i bravi ragazzi non sempre finiscono con la ragazza"]

Turning  My Life Around propone accostamenti di cui la protagonista è inconsapevole tra il suo risveglio, permeato di una nuova carica per dare una svolta alla sua vita, e l'invasione zombie, che sicuramente una svolta darà, anche se non quella sperata.

"Everybody's dying here to tell me how to live"

["Qui tutti muoiono dalla voglia di dirmi come vivere la mia vita"]

Il cattivo umano del film, sicuramente molto abbozzato, ha però una carica iconica fenomenale: una sorta di Scar in carne e ossa, con tanto di canzone da villain, occhialetti malefici e motivazioni da male assoluto, alla fine del film sembrerà assumere le sembianze di un leprecauno incattivito.

Non fatevi ingannare dalle atmosfere iniziali in stile High School Musical: la narrazione è molto cupa, e quando le canzoni finiscono la realtà colpisce con la delicatezza di una mazza chiodata. Le reazioni dei personaggi sono molto umane, è molto facile empatizzare con loro, nonostante la surrealtà del contesto; e malgrado l'accento (quasi) sempre posto sulla comicità, non si ha mai l'effetto grottesco che il binomio musical/zombie avrebbe potuto facilmente suscitare.

 

Preparatevi a ridere, ma con i fazzoletti a portata di mano.

 

Disponibile in home video

 



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