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La carriera di Austin Butler: Bad gone Good

Bad gone Good

Austin Butler è tra i primissimi nomi di ogni lista che abbia l'intento di predire i volti emergenti del Cinema americano.

 

Il motivo è presto detto: è giovane, talentuoso e la sua ascesa è stata - a uno sguardo superficiale - rapidissima e di grande impatto.

 

Se poi decidono di ritagliarti addosso una produzione gigantesca come Elvis, di certo ci si aspetta che Hollywood abbia in serbo per te grandi cose. 

 

 

[Nickelodeon è stata a lungo la casa del giovane Austin Butler]

 

 

Se scaviamo nella carriera di Austin Butler noteremo che la presenza dell'attore nativo di Anaheim sui nostri schermi è ben più risalente di quanto la sua notorietà recente possa dirci.

 

Soprattutto, come già successo a Zendaya e a tanti prima di loro, costellata di produzioni televisive per ragazzi, principalmente targate Disney e Nickelodeon.

 

Il suo debutto televisivo risale infatti al 2005 con la serie Ned - Scuola di sopravvivenza, di cui diventa uno dei volti ricorrenti.

In seguito, dopo aver compiuto delle comparsate in serie teen di ottimo successo come  Hannah Montana e iCarly, Austin Butler diventa un personaggio ricorrente di un'altra serie Nickelodeon, Zoey 101.

 

Nel 2009 la sua carriera riceve la prima - piccola ma significativa - accelerata quando riceve un nuovo ruolo ricorrente nella serie tv Ruby & The Rockits e, soprattutto, compie il suo debutto al cinema con Alieni in soffitta.

 

 

[Alieni in soffitta, rappresenta per Austin Butler l'occasione del debutto cinematografico, in un ruolo già abbastanza rilevante nell'economia del film]

 

 

L'ennesimo debutto non proprio da ricordare di un futuro nome di richiamo, che però vale ad Austin Butler una notorietà crescente che nei due anni a seguire si espanderà attraverso qualche altra comparsata in serie TV note come I maghi di Waverly e C.S.I. Miami, i suoi ruoli ricorrenti in Life unexpected e Switched at birth e soprattutto mediante la partecipazione a ben due film TV con la regia di Michael Lembeck.

 

I due film in questione sono La favolosa avventura di Sharpay, spin-off di High School Musical dedicato al personaggio di Sharpay Evans, e The Bling Ring, di cui un paio di anni dopo Sofia Coppola avrebbe diretto una riedizione cinematografica senz'altro più famosa.

 

Nel 2012 torna anche nuovamente sul grande schermo con My Uncle Rafael di Marc Fusco: insomma, il passaggio definitivo nel "mondo dei grandi" per Austin Butler è ormai solo questione di tempo.

 

[Pare sia stata la stessa Ashley Tisdale, co-protagonista di Alieni in soffitta, a proporre Austin Butler per il suo ruolo ne La favolosa avventura di Sharpay: i meno attenti tra i fan Disney certamente saranno shockati nell'apprendere dell'esistenza di questo spin-off]

 

 

Il successivo quinquennio lo rende star di ben due serie: The Carrie Diaries e The Shannara Chronicles, due ruoli che Austin Butler inframezza con tre apparizioni nella terza stagione di Arrow e con un nuovo ruolo cinematografico, stavolta nel film di Adam Massey, The Intruders.

 

La prima grande occasione sul grande schermo arriva con una produzione che sembra fatta su misura per lanciare dei giovani talenti: Yoga Hosers di Kevin Smith, grandissimo nome della scena indipendente statunitense che per lui ritaglia il ruolo del popolare e ambivalente Hunter Calloway

 

Un ruolo grazie al quale tira le fila di tutto il suo passato teen, attribuendo alla sua recitazione una sfumatura grottesca che raffinerà e gli tornerà senz'altro utile nei ruoli a seguire.

 

 

[Yoga Hosers segna, per Austin Butler, l'inizio di una serie di collaborazioni molto interessanti]

 

 

Dopo aver preso parte a Dude di Olivia Milch arriva, infatti, subito un altro film dal tono a dir poco grottesco: Jim Jarmusch sceglie Austin Butler come membro del cast corale della sua zom-com I morti non muoiono.

 

Praticamente in contemporanea anche Quentin Tarantino gli ritaglia il ruolo di Tex nel suo C'era una volta a...Hollywood, personaggio che sul finale del film diventa assolutamente impossibile da dimenticare grazie a una leggendaria interazione con Brad Pitt.

 

Entrambi i film prendono parte alla 72ª edizione del Festival di Cannes e, pur non vincendo premi, si segnalano come il trampolino assolutamente perfetto per il salto successivo.

 

 

[Un progetto come Elvis è davvero capace di segnare lo spartiacque di una carriera: auguriamo ad Austin Butler di poter continuare a lavorare in produzioni di simile portata]

 

 

Un balzo che arriva, ovviamente, con la sua sentita prova in Elvis di Baz Luhrmann, che rivela il suo astro al mondo intero e lo candida come un nome stabilmente presente nelle prossime stagione dei premi.

 

Tra il debutto e il ruolo del lancio definitivo sono passati, dunque, ben 17 anni, molti più di quanti possano apparire a uno sguardo distratto: una discreta garanzia sul fatto che Austin Butler saprà senz'altro selezionare al meglio i prossimi step di carriera.

 

Il tempo della gavetta è ormai finito: per Austin Butler è ormai il momento di mostrarci tutto il suo talento!

 

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1 commento

Terry Miller

1 anno fa

In Elvis mi è piaciuto tantissimo, nonostante il mal di testa dovuto allo stile Luhrmann e al pessimo audio dell'Uci di Orio al Serio. Sono curioso di cosa farà

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