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Totò che visse due volte: l'ultimo film censurato torna con il restauro della Cineteca di Bologna

È stato l’ultimo film italiano su cui si sia abbattuta la censura

Totò che visse due volte, lungometraggio del 1998 di Daniele Ciprì e Franco Maresco, rivive grazie al restauro in 4K realizzato dalla Cineteca di Bologna al laboratorio L’Immagine Ritrovata, con la supervisione di Luca Bigazzi, direttore della fotografia del film nel 1998.

 

Il restauro di Totò che visse due volte sarà disponibile online sulla piattaforma Il Cinema Ritrovato | Fuori Sala, accompagnato da due presentazioni realizzate per l’occasione da Daniele Ciprì e Franco Maresco.

 

È stato l’ultimo film italiano su cui si sia abbattuta la censura, vietandone a tutti la visione.

Era il 1998 quando Daniele Ciprì e Franco Maresco portavano al Festival di Berlino il loro Totò che visse due volte e al ritorno in Italia si scatenarono polemiche e provvedimenti che prima ne vietarono l’uscita in sala, poi consentirono la visione solo ai maggiori di 18 anni.

 

Vicissitudini che, di fatto, diedero la possibilità di vedere la pellicola a pochi coriacei spettatori, capaci di trovarlo in qualche cinema italiano.

 

 

[Scena tratta da Totò che visse due volte]

 

 

Assieme a Lo zio di Brooklyn (1995), Totò che visse due volte rappresenta, secondo Daniele Ciprì, qualcosa di veramente alieno, fuori da qualsiasi altro orizzonte del Cinema italiano.

 

Le vicende storico-giudiziare susseguitesi su Totò che visse due volte furono molto intricate: non a caso si vide in un primo momento, nel marzo del 1998, addirittura negare il nullaosta da parte della commissione censura, che ravvisò una “forzatura deteriore di chi tende a degradare la dignità del popolo siciliano, del nucleo italiano e dell’umanità”, oltre a “palesi violazioni” di alcuni articoli della Costituzione in quanto film “offensivo del buon costume” e contenente “disprezzo verso il sentimento religioso in generale e quello cristiano in particolare”.

 

Nell'ultimo dei tre episodi in cui è suddiviso il film si presenta una trasfigurazione in chiave “cinica" della predicazione e della passione di Cristo, che il produttore Rean Mazzone difese proprio in sede di commissione censura ribaltando le accuse e rivendicando invece

“Il fine di stimolare un dibattito sulla perdita delle fede e della religiosità in generale”.

 

A maggio è avventuta la revisione del verdetto: pur con il parere contrario del presidente di commissione, la maggioranza concede il nullaosta a Totò che visse due volte.

Ma con il divieto ai minori di 18 anni. Pochissime proiezioni, poi il processo.

 

Oggi lo possono vedere tutti, finalmente restaurato.

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