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Festival di Cannes 2024: le donne al centro di tutto

Si è aperta la 77ª edizione del Festival del Cinema di Cannes e risulta chiaro da subito che sarà una kermesse che pone al centro il femminile, con tutte le sue sfumature 

La 77ª edizione del Festival di Cannes si è aperta con un'atmosfera pop, festosa e soprattutto femminile, nonostante le proteste dei lavoratori precari del Cinema siano arrivate tanto in alto da riuscire a mettere il proprio vessillo sul Palais des Festivals, subito rimosso. 

 

Dopo le attrici Virginie Efira nel 2022 e Chiara Mastroianni nel 2023, quest'anno è toccato a Camille Cottin il ruolo di madrina del 77° Festival di Cannes. 

 

Accompagnata dal vivo dall'orchestra Worakls sul palco dell'immensa Sala Lumière - da 2300 posti - l'attrice ha descritto il Festival di Cannes come un "Vortice", uno strano mondo parallelo dove "spazio, tempo e salute diventano nozioni piuttosto vaghe”, dove “giorno e notte si fondono” e dove "un'acconciatura può richiedere più tempo della realizzazione di un cortometraggio". 

 

 
 
 
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A sette anni di distanza dall'inizio del Movimento #MeToo Cottin ha anche sottolineato che "Le riunioni professionali notturne nelle camere d'albergo di gentiluomini onnipotenti non fanno più parte degli usi e costumi del vortice di Cannes, in seguito all'adozione della legge #metoo, e noi lo accogliamo con favore", riferimento duplice sia a Harvey Weinstein e accoliti, sia a un articolo pubblicato su Le Monde il giorno dell'inaugurazione del Festival di Cannes, per chiedere una "legge globale contro la violenza sulle donne".

 

Il Festival di Cannes tiene in particolar modo al tema, tanto da aggiungere ai cartelloni che indicano le code per le varie sale del Palais anche una scritta che chiede di far presente alle autorità qualsiasi tipo di atteggiamento violento nei confronti delle donne presenti al festival, che siano star, giornaliste o addette ai lavori. 

 

Dopo l'introduzione brillante e applaudita di Camille Cottin è arrivato il momento di presentare la giuria del concorso principale. 

 

Le donne tornano protagoniste anche qui, con una Presidente di Giuria che risponde al nome di Greta Gerwig, regista statunitense che nei recenti mesi ha scosso l'industria cinematografica mondiale con il suo Barbie che tanto ha fatto (e continua a fare) discutere; la affiancano grandi nomi del Cinema mondiale come Hirokazu Kore'eda, Nadine Labaki, Eva Green, Lily Gladstone, Omar Sy, Juan Antonio Bayona, Ebru Ceylan e il nostro Pierfrancesco Favino. 

 

 

 

Gerwig ha esordito dicendo “Il Cinema per me è sacro. L'arte, i film sono sacri per me. 

Non posso credere di avere l'opportunità di trascorrere dieci giorni in questo luogo sacro. Non vedo l’ora di condividere con voi tutti questi film." 

 

In quel momento è successo qualcosa di anomalo, inaspettato al Festival di Cannes ma molto ben accolto: la cantante Zaho de Sagazan è entrata in sala dal fondo sulle note di Modern Love di David Bowie, in un omaggio a Greta Gerwig e al suo personaggio in Frances Ha - film diretto da Noah Baumbach e co-sceneggiato da lei - in una scena che già omaggiava di suo Rosso sangue di Leos Carax, dove al posto di una danzereccia Gerwig c'è il sempre incredibile Denis Lavant. 

 

De Sagazan ha concluso l'esibizione sul palco mano nella mano con una palese emozionatissima Greta Gerwig, che continuava a ringraziarla piangendo. 

 

 
 
 
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Terminati gli applausi per lo spettacolo inusuale in un'apertura del Festival di Cannes - imho più che riuscito - è stato il turno di Juliette Binoche, chiamata a presentare e consegnare la Palma d'oro onoraria a quel monumento della Settima Arte che risponde al nome di Meryl Streep

 

Da grande donna di spettacolo quale è Streep ha subito posto la cosa sul leggero, fingendo di andarsene immediatamente dopo l'affievolirsi dell'applauso nei suoi confronti quando è salita sul palco. 

 

Dopo un'emozionante clip che ha provato a riassumere e concentrare la straordinaria carriera dell'attrice, Binoche si è commossa alle lacrime - anche se qualche maligno sostiene che stesse recitando - nel consegnare la Palma d'oro a Meryl Streep, dicendole che non ha idea di come abbia fatto a mettere insieme una carriera come la sua e nel frattempo "concedersi" il lusso di avere 4 figli.

"Meryl, hai cambiato il modo in cui vediamo le donne nel mondo del Cinema. Hai cambiato il modo in cui guardiamo noi stessi al cinema.

Eppure non ti prendi sul serio. Vedo una tale gioia in te." 

 

Streep ha ritirato il premio e si è commossa altrettanto, sottolineando che non veniva al Festival di Cannes da 35 anni e che all'epoca pensava che la sua carriera fosse già giunta al termine. 

 

Ringraziando Binoche le ha detto "Quando ho saputo che mi avresti consegnato tu il premio sono impazzita", spoilerando il finale de Il gusto delle cose e scatenando l'ilarità di tutti i presenti, ma a Meryl si perdona tutto, no? 

 

 

 

Cottin, Gerwig, Binoche, Streep: quattro potenti donne del Cinema sul palco del festival più importante del mondo hanno tenuto banco al punto di far passare di mente che il deus ex machina del Festival di Cannes, il delegato generale Thierry Frémaux, non si è praticamente visto. 

 

Da intelligente uomo quale sappiamo essere, è rimasto in disparte lasciando lo spazio alle attrici e alle registe, in un momento storico che corre verso un'agognata parità dei sessi e del riconoscimento del merito al di là di ciò che ci troviamo in mezzo alle gambe. 

 

 

[La parità al Festival di Cannes: la strada è ancora lunga]

 

 

Il film che ha aperto il 77° Festival di Cannes è Le Deuxième Acte, del sempre folle Quentin Dupieux e già prontamente recensito qui da Marco Lovisato: un film che più metacinematografico non si può, una riflessione sull'arte, sul Cinema, sulla realtà e sulla finzione. 

 

Donne e Cinema: il Festival di Cannes 2024 si apre all'insegna di due riflessioni importanti, nella speranza che la cosa possa proseguire al punto di farci guardare indietro un giorno e pensare a quanti anni abbiamo vissuto nell'errore, perdendoci film meravigliosi scritti e diretti da donne e soprattutto quanto male è stato fatto di nascosto, quanti traumi sono nati nelle stanze d'hotel, nelle auto di lusso, nei sordidi uffici di produttori dalle mani incontrollabili e dall'arroganza tracotante. 

 

Il Festival di Cannes è un vortice, come ha detto Cottin: personalmente mi auguro possa essere un vortice che spazza via tutto ciò che ormai ha davvero fatto il suo tempo. 

 

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