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Drôles de Guerres - Recensione: il Cinema di Godard - Cannes 2023

A Cannes 76 viene presentato Drôles de Guerres, ultima opera di Jean-Luc Godard che, lungo i diciannove minuti della sua durata, ci ricorda chi è stato il regista attraverso il suo metodico studio delle storie da portare sul grande schermo

La cornice di Cannes 76 regala a Drôles de Guerres, ultima opera di Jean-Luc Godard prima di lasciarci, un dignitoso e accorato debutto. 

 

Sul palco a presentare Godard par Godard, documentario dedicato al regista proiettato prima di Drôles de Guerres, c'è ovviamente Thierry Frémaux a dare energia, entusiasmo, gioia infinita per la possibilità di trovarsi tutti insieme nella sala preferita di Godard: la Debussy.

 

Seduti a pochi seggiolini dal sottoscritto ci sono alcuni dei Maestri del Cinema contemporaneo: Pedro Costa, Albert Serra, Jim Jarmusch, Gaspar Noé e molti altri. 

Critici e creativi riuniti per omaggiare un Maestro senza il quale non esisterebbe il Cinema per come lo conosciamo oggi, un pioniere che è stato eroe dei due mondi: prima critico per i Cahiers du Cinéma e poi, appunto, regista rivoluzionario e simbolo della Nouvelle Vague.

 

Tutti seduti in Sala Debussy ad assistere alla prima di Drôles de Guerres, il trailer di un film che non uscirà mai, per farci portare ancora una volta a scuola da un Maestro e assorbire la sua ultima lezione prima di vederlo andare via.

 

Che cos'è Drôles de Guerres? 

 

[Trailer di Drôles de Guerres, un film che non esisterà mai]

 

 

Dopo The Image Book, film del 2018 presentato proprio a Cannes, Godard avrebbe voluto adattare il romanzo di Charles Plisnier del 1937, Faux Passeports, libro nel quale vengono raccontate le vicende di alcuni personaggi in uno spazio temporale che va dalla Rivoluzione di ottobre del 1917 agli anni '30.

 

Godard ha steso una sceneggiatura divisa in sei capitoli, per lui il "primo numero perfetto", seguendo principalmente due personaggi, uno dei quali Carlotta: la ragazza è difatti protagonista degli spunti presenti nel libro di collage creato da Godard seguendo i capitoli dello script. 

 

Drôles de Guerres, nel raccogliere il processo creativo svolto da Jean-Luc Godard in preparazione per il suo film, ci mostra la volontà del regista di tornare alle origini del suo Cinema per ritrovare lo sguardo fresco, accompagnato dalla sapienza data dagli anni di esperienza, di chi si presentava sul set con scampoli di idee annotati su foglietti di carta e lavorare con le intuizioni suggerite dalla storia, dalle immagini e dalla frenesia del set.

Desidera girare alcuni capitoli di quel film, in pellicola 35mm bianco e nero, 16mm e Super 8 a colori, ma la produzione viene fermata dalla pandemia e dai lockdown.

 

Tuttavia Godard continua a lavorare su carta.

 

Il regista francese fa l'artigiano, siede a un tavolino di legno popolato da fogli di carta, colla, correttore a nastro, pittura e fotografie. Sviluppa nuove versioni della sceneggiatura e, infine, decide di realizzare un trailer sfruttando le pagine del suo libro di collage per mostrare sviluppo e genesi di un film che formalmente non esiste, eppure è tutto lì. Ogni pagina del suo libro è una scena scandita da un ritmo preciso, secondi a cadenzare un passo da tradurre poi nell'immagine più ampia del film; perché nella mente di Godard, come nel suo libro di spunti, quell'adattamento esiste già, basta solo lavorare con la sua stessa intuizione artistica, quella che ogni regista e sceneggiatore dovrebbe avere.

 

Jean-Luc Godard affida tutte le istruzioni necessarie per realizzare Drôles de Guerres a Fabrice Aragno, uno dei suoi collaboratori più fedeli. 

Quello che vediamo sullo schermo è il lavoro di un regista instancabile che ha visto il suo film su carta, usando gli strumenti dell'astuccio di scuola di un bambino per comporre una mappa degli eventi del film, immaginando già il montaggio con l'utilizzo del sonoro.

 

Drôles de Guerres, per bocca dello stesso Godard, che ha visto il cut finale prima di lasciarci, è "il suo miglior film".

Si parla di visione, di lavoro immaginifico, perché Jean-Luc Godard, oltre quel trailer artigianale di un film che non vedremo mai, vedeva il Cinema: i volti impressi sui formati di ripresa in pellicola; il ritmo del montaggio; il missaggio audio e le musiche; il Cinema tutto che si distende lungo la narrazione e investe lo spettatore. 

 

Drôles de Guerres è l'ultimo sforzo creativo di Godard, la sua essenza, il carattere di una mente creativa che fino al suo ultimo istante di vita ha lavorato per quello che amava davvero, prima di lasciarci scegliendo, anche per la sua vita, di dare un ritmo e un montaggio per lui adeguati. 

 

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