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Cercasi amore per la fine del mondo - Recensione: stai con me

La recensione del film d'esordio di Lorene Scafaria, Cercasi amore per la fine del mondo 

Tre settimane. Tre settimane di tempo e poi la tua esistenza verrà cancellata.

 

Da questa premessa si apre Cercasi amore per la fine del mondo, lungometraggio di esordio di Lorene Scafaria, la regista del New Jersey che lo scorso anno ci ha proposto la sua "glitterosa" provocazione al sistema americano con Le ragazze di Wall Street.

 

La missione spaziale di salvataggio è fallita, raccontano telegiornali e radio: nel giro di pochi giorni la Terra verrà colpita da Matilda, un asteroide che eliminerà definitivamente la vita dal pianeta.

 

[Il trailer italiano di Cercasi amore per la fine del mondo]

 

 

Dodge Petersen (Steve Carell) se ne sta seduto in macchina ad ascoltare la notizia con lo sguardo perso nel vuoto, mentre sua moglie Linda è appena balzata fuori dall'auto, utilizzando l'avvenimento come molla per lasciare il marito senza dirgli nemmeno una parola.

 

Dodge è un introverso cronico, insicuro, eternamente indeciso negli atteggiamenti e nei rapporti con le persone.

Vive guadagnandosi il pane come assicuratore e non ha particolari passioni o eccentricità: è un quarantenne normale, corretto e decente.

Atteggiamenti e attitudini che portano Dodge a essere uno sconfitto e, spesso e volentieri, a farsi prevaricare dagli approfittatori.

 

Mentre il mondo intero si produce negli ultimi, folli, bagordi prima dell'impatto ferale - fra sesso sfrenato, droghe e comportamenti ormai completamente svincolati dai concetti di morale e decenza - il nostro protagonista prosegue nella sua vita come se nulla fosse.

 

Apparentemente.

 

 

 

 

Mentre Dodge si appresta a chiudere il suo percorso nel mondo da solo, infatti, vede amici, conoscenti e sconosciuti che fanno di tutto per stringersi l'un l'altro, per stare assieme e darsi conforto nel momento finale.

 

Nonostante la sua paura di morire in solitudine non sia mai rivelata allo spettatore - venendo addirittura rigettata dal protagonista - è un sentimento lampante che si manifesta, sottovoce, nella sceneggiatura e nella messa in scena delle azioni compiute da Dodge.

 

A questo punto entra in scena Penny (Keira Knightley), una vicina di casa dotata di un'indole completamente opposta a quella dell'uomo: Penelope è lunatica, incasinata, espansiva e ricca di passioni viscerali (prima di tutte quella per la musica in vinile).

 

Sarà lei a "riattivare" Dodge, facendogli scoprire la lettera di Olivia - una vecchia fiamma perduta - e motivandolo ad affrontare la sua storica ex che, nella missiva, lo definisce "l'amore della sua vita".

 

 

[Dodge e Penny in Cercasi amore per la fine del mondo]

 

 

Il film d'esordio di Lorene Scafaria - del quale la regista ha curato anche soggetto e sceneggiatura - è un'opera agrodolce che si esprime in maniera leggera pur affrontando temi importanti come l'accettazione dell'ineluttabile, l'amore, l'amicizia e la futilità di molti atteggiamenti dell'essere umano.

 

Cercasi amore per la fine del mondo - titolo che in lingua originale (Seeking a Friend fot the End of the World) abbraccia un sentimento più ampio, quello dell'amicizia - è un film che scivola agevolmente da un genere cinematografico all'altro, passando dall'avventura al dramma, dalla rom-com al road movie, passando per un'insolita rivisitazione del disaster movie.

 

La "strana coppia" Carrell-Knightley, agevolata da una sceneggiatura funzionale, si disimpegna con bravura in una prova convincente dove i due protagonisti, pur interpretando personaggi con caratteristiche opposte, hanno in comune le stesse fragilità di fondo e la voglia di trovare una connessione emotiva con un altro essere umano in un mondo che di empatico ha veramente ben poco.

 

 

[Melancholia is coming...? Stai con me]

 

 

Oltre all'eccellente scelta di una colonna sonora piena di classici indimenticabili e a uno sguardo sul mondo disincantato e al contempo romantico, Cercasi amore per la fine del mondo ha il grande merito di riuscire nell'impresa di presentare allo spettatore una storia dai toni contrastanti ma perfettamente amalgamati fra loro.

 

Un "film minuto", malinconico, in grado di muoverci verso il sorriso e poi alla lacrima, di intrattenere e far riflettere, con modalità mai retoriche, stucchevoli o banali.

 

Il che, francamente, non è cosa da poco.

 

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